Calcolo costo del lavoro

Chiunque di noi abbia un lavoro, conosce esattamente l’importo del suo stipendio mensile. Ma la nostra azienda o il cosiddetto ‘capo’ spendono per noi una cifra differente, assai maggiore rispetto a quella da noi percepita.
Volete saperne di più?
Ecco come si calcola il costo del lavoro ovvero il costo complessivo che un datore di lavoro deve sostenere per remunerare l’attività lavorativa prestata dai propri lavoratori dipendenti.

Il costo del lavoro è dato principalmente dalla somma di 5 differenti fattori:

  1. retribuzione erogata ai sensi dell’art. 36 della Costituzione in ragione del rapporto di lavoro
    L’importo della retribuzione e le sue caratteristiche variano in base a quanto stabilito dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (o contratti territoriali/aziendali previsti per alcuni settori di attività) organizzati in classificazione e inquadramento del personale dipendente. Per il calcolo costo del lavoro si prende in considerazione la retribuzione lorda complessiva erogata su base oraria o mensile o su base annuale che comprensiva di mensilità aggiuntive, ferie, permessi, festività, scatti di anzianità e altri elementi previsti.
  2. contributi previdenziali e assistenziali INPS
    In fase di iscrizione all’INPS e in base al settore dell’attività svolta, il datore di lavoro è obbligato a versare per ogni dipendente i contributi stabiliti dal codice statistico contributivo (C.s.c). Alla nostra retribuzione lorda cioè vanno sommate delle specifiche aliquote contributive INPS.
  1. contributi assicurativi INAIL
    Ciascun dipendente è coperta da un’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Il costo dell’assicurazione (la cosiddetta autoliquidazione) dipende ovviamente dal settore di appartenenza e attività specifica svolta (più aumenta il rischio, maggiore sarà il premio assicurativo dovuto).
  1. Eventuali oneri accessori
    Alcuni contratti collettivi prevedono il pagamento di oneri accessori (assicurazione sanitaria dei dipendenti e familiari, contributi di solidarietà).
  1. Eventuale imposta IRAP
    Ovvero l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive dovuta dalle aziende private con un’aliquota pari al 3,90 per cento e che si applica, a seconda della tipologia di azienda, al valore della produzione complessivo meno le deduzioni eventualmente spettanti (valore della produzione netto).

Come calcolare quindi il costo del lavoro?

  1. Somma della retribuzione complessiva lorda + i contributi previdenziali Inps calcolati su essa come imponibile.
  2. Calcolare sulla retribuzione imponibile lorda i premi assicurativi Inail.
  3. Aggiungere i costi relativi a eventuali versamenti a Enti bilaterali di settore, Fondi sanitari e altri oneri accessori, in base a quanto stabilito dalla disciplina inserita in ogni singolo Ccnl.
  4. Calcolare il TFR maturato (se non destinato a fondo di previdenza) nel periodo preso in considerazione.
  5. Calcolare se dovuta l’eventuale imposta IRAP e sommarla ai costi precedenti.

Avrete già chiaro di quanto sia complesso il calcolo costo del lavoro e di quanto oneroso sia assumere un nuovo dipendente.
Un esempio? Per un dipendente assunto con Ccnl del Terziario, Distribuzione e Servizi (Commercio) con una retribuzione annua lorda complessiva di 24.281,74 euro, il costo complessivo annuale del lavoro che il datore/azienda dovrà versare sarà di circa 36.418,68 euro: quasi il 50% in più rispetto alla nostra retribuzione annuale lorda.

Per questo motivo sono rilevanti e importanti le agevolazioni per le assunzioni come quella introdotta nel 2016 a favore delle assunzioni a tempo indeterminato con la possibilità di deduzione integrale dei costi del nuovo personale.