Ogni anno si spera sia l’ultimo in cui si debba pagare il bollo auto, ma non solo tale speranza viene disillusa, si complica ulteriormente soprattutto per chi non è stato regolare con i versamenti di quanto dovuto a regioni ed erario. Vi abbiamo già parlato della proposta di non rendere possibile la revisione a chi ha degli insoluti e degli aumenti del bollo in base alla classe di emissione. Purtroppo non è tutto e anche il tasto prescrizione potrebbe subire un cambiamento importante se verrà approvata la norma a riguardo della Legge di Bilancio 2018.
Legge di Bilancio 2018 e nuovi termini di prescrizione
La legge di Bilancio 2018 mette sul tavolo una norma di interpretazione autentica per le cartelle di pagamento la cui prescrizione ha dei tempi stabiliti che ormai sono assodati da anni: dopo 60 giorni dalla notifica scattano i tempi ovvero:
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3 anni per la prescrizione del bollo
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5 anni per multe, contributi Inps, tassa IMU
Cosa cambia nel 2018 se viene approvata la nuova interpretazione? Se la cartella non viene impugnata prima dei 60 gg diviene una sentenza definitiva. Di conseguenza esce dal termine speciale dei 3 anni previsto per il singolo tributo mancato e scatta la prescrizione a 10 anni. La nuova normativa è già stata giudicata errata dalla Cassazione – Sezioni Unite che affermano che l’atto di notifica resta di natura amministrativa anche senza la mancata impugnazione da parte dell’interessato e il termine di prescrizione del bollo non può passare da 3 a 10 anni.
Un esempio concreto
Secondo la nuova disposizione chi ha dei bolli insoluti che non pagherà entro la fine del 2017 potrà essere perseguito a riguardo per 10 anni e non più solo 3 come stabilito dalla legge in vigore.
Come molti di voi avranno già intuito si tratta di un passo indietro rispetto alla prescrizione d’ufficio scattata con il cambio da Equitalia a Aquientrate! La nuova proposta di bilancio 2018 resuscita i debiti prescritti con l’aggravante di un termine di prescrizione più che triplicato. Un effetto a catena davvero catastrofico per contribuenti e anche a livello burocratico.
Tutto viene rimesso in discussione e anche chi ha appurato che i propri insoluti sul bollo auto siano prescritti, potrà vedersi recapitare delle nuove cartelle, subire pignoramenti, fermi e ipoteche: la nuova legge avrà infatti effetti retroattivi.
Immaginate questa ipotesi: avete saltato il pagamento del bollo 2012. Dopo 3 anni, quindi nel 2016 avete ricevuto una cartella per il pagamento mancato nel 2012 e avete impugnato la cartella per prescrizione in quanto trascorsi 3 anni senza che abbiate ricevuto nessuna notifica/sollecito/comunicazione a riguardo. Se il punto sulla nuova legge di bilancio 2018 verrà accettata, il vostro debito con l’agenzia delle entrate non solo ricompare ma sarete esposti alla procedura di pignoramento fino al 2022!
Per ora il parere delle Sezioni Unite della Cassazione non è stata minimamente presa in considerazione. Nonostante il giudizio della giurisprudenza basato sulla legislazione (una prescrizione è un diritto acquisito che non può essere revocato e che la mancata impugnazione di una cartella non modifica la natura amministrativa di una notifica), vi è un aspetto di disparità che rende la proposta ancora più paradossale: il termine di prescrizione dei 10 anni sarà attuato solo sui bolli auto non pagati fino al 31/12/2017 mentre per chi non pagherà la tassa automobilistica dal 1 gennaio 2018 in poi, la prescrizione tornerà triennale.
La nostra posizione immaginiamo vi sia chiara: voi cosa ne pensate?